I Migliori Momenti del 2019, 1: Giro delle Fiandre

La stagione ciclista 2019 è ormai conclusa, dopo averci regalato degli attimi, delle imprese e dei trionfi che resteranno a lungo negli occhi e nel cuore degli appassionati. Nel corso di questa settimana le raccoglieremo nella rubrica Migliori Momenti 2019, nella quale vi proporremo la nostra classifica, compilata al termine di un lungo confronto in redazione. Vi chiederemo, poi, di votare nel sondaggio dedicato, che verrà aperto una volta conclusa la nostra top ten. Come di consueto, un appuntamento quotidiano per accompagnarci nell’arco dell’intera settimana alla scoperta delle corse che più hanno emozionato in questo lungo anno.

1: Giro delle Fiandre

Dodici anni dopo Ballan, l’Italia torna a festeggiare al Giro delle Fiandre. E lo fa contro ogni pronostico. Il primo successo in carriera di Alberto Bettiol arriva proprio in una delle classiche monumento più sognate da tutti gli appassionati di ciclismo. Il toscano rimane nel gruppo dei migliori, anche quando sul Kruisberg si muovono l’esperto Dylan Van Baarle (Ineos) e un sorprendente Kasper Asgreen (Deceuninck-Quick-Step). Quando sull’ultimo passaggio sull’Oude Kwaremont nel drappello di una ventina di corridori in testa tutti sembrano al limite, Bettiol piazza lo scatto secco che lascia sulle gambe tutti i migliori specialisti al mondo. Il toscano guadagna rapidamente una ventina di secondi, proseguendo la propria azione sul Paterberg e sulla successiva discesa. Dietro gli inseguitori si ricompattano ma stentano a trovare un accordo, permettendo al nativo di Poggibonsi di proseguire la propria azione individuale. Mentre Asgreen scappa via per prendersi il secondo posto, il corridore dell’Educatione First arriva in solitaria a Oudenaarde, incredulo per una grandissima impresa personale e per tutto il movimento ciclistico italiano. Il momento migliore della stagione, il più emozionante per gli appassionati del nostro Paese.

2: Mondiali Yorkshire

Una vittoria che vale una carriera. Sulle strade bagnate dello Yorkshire, Mads Pedersen ottiene il primo successo in carriera tra i professionisti e al contempo si laurea campione del mondo in una gara dal forte sapore di leggenda sin dalle prime battute. La pioggia rende i volti dei corridori delle maschere di fango, con nomi illustri come Primoz Roglic e Nairo Quintana che provano ad attaccare a inizio gara, prima di essere ripresi e costretti al ritiro. Il meteo è avverso, il terreno è scivoloso e non fa distinzioni di palmarès, come dimostra la caduta di Philippe Gilbert che si ritrova in uno psicodramma dal quale nemmeno il supporto emotivo del giovane compagno Remco Evenepoel riesce a tirarlo fuori: ritiro anche per lui. Ai 60 chilometri dalla conclusione, Pedersen va via insieme a Stefan Küng, Gianni Moscon, Mike Teunissen e Lawson Craddock, con gli ultimi due che però non riescono a tenere il ritmo. Ai -33 parte Mathieu van der Poel, uno dei grandi favoriti della vigilia, che si porta dietro anche l’azzurro Matteo Trentin. I due raggiungono immediatamente il terzetto di testa, ma quando ancora non sono arrivati allo striscione dei meno dieci chilometri, il neerlandese, segnato nel fisico dalle condizioni atmosferiche avverse e dal lungo chilometraggio, viene colpito da una crisi di fame ed è costretto ad abbandonare il sogno. L’Italia, invece, forte della superiorità numerica comincia a sognare, ma al momento dello sprint a Trentin mancano le gambe e così Pedersen ne approfitta per lanciarsi con una volata praticamente senza storia verso il traguardo e verso la leggenda.

3: Amstel Gold Race

4: Clasica San Sebastian

5: Europei

Una corsa tatticamente meravigliosa e il bis europeo per l’Italia. La prova su strada dei campionati continentali di Alkmaar sembra sorridere ai velocisti, che si presentano al grande appuntamento con l’ambizione di giocarsi le proprie carte. Grazie a una splendida azione di squadra della formazione italiana però un gruppo di tredici corridori riesce a sganciarsi dal plotone a 60 chilometri dall’arrivo, iniziando un braccio di ferro con gli inseguitori. Quando il ricongiungimento sembra ormai certo, Elia Viviani (Italia), Pascal Ackermann (Germania) e Yves Lampaert (Belgio), compagno di squadra dell’azzurro nella Deceuninck-Quick-Step, aumentano ancora il ritmo e scappano via in tre. Nessuno riesce più a ricucire, e nell’ultimo giro, sul forcing del belga, il tedesco alza bandiera bianca. A quel punto il veneto salta sulla ruota del leader per poi batterlo agevolmente in una volata senza storia. E la maglia di campione europeo rimane in Italia, dodici mesi dopo il successo di Trentin.

6: Strade Bianche

7: Parigi-Roubaix

8: 17ª Tappa Vuelta a España

9: 19ª Tappa Tour de France

Il giorno decisivo della Grande Boucle inizia fra numerosi attacchi che tengono sin da subito alto il ritmo e il dramma di Thibaut Pinot, costretto al ritiro proprio quando sembrava sul punto di poter sferrare i colpi decisivi. Mentre i fuggitivi, tra i quali non mancano nomi di primo piano (compreso un Vincenzo Nibali in crescita verso il successo del giorno successivo), in gruppo inizia la bagarre per testare le gambe di un Julian Alaphilippe in fase calante dopo una corsa di altissimo livello. Dopo le prime accelerazioni, è Egan Bernal a fare la differenza, involandosi sull’Iseran, dove riprende tutti fino a scollinare in testa alla corsa. Nella discesa il colpo di scena: grandine, neve e pioggia hanno provocato una frana nella discesa, costringendo gli organizzatori a prendere i tempi al GPM e neutralizzare la corsa. Si andrà in macchina al traguardo dove il colombiano indosserà per la prima volta la Maglia Gialla che porterà poi sino a Parigi.

1o: Liegi-Bastogne-Liegi

Jakob Fuglsang aggiunge finalmente una classica Monumento al suo palmarès. In una corsa inizialmente segnata dalla pioggia, il corridore danese segue l’attacco decisivo di Mike Woods sulla Roche-aux- Faucons e poi rilancia l’azione facendo numerose vittime illustri. Gli unici a resistere alla sua ruota sono proprio il canadese della Education First e Davide Formolo. L’uomo dell’Astana, però, è in una condizione strepitosa e nel tratto in falsopiano riesce a liberarsi uno dopo l’altro dei suoi due inseguitori, riuscendo ad arrivare in solitaria sul traguardo. Un successo di prestigio per lo scalatore scandinavo, che ha dato l’input a una stagione straordinaria in cui è riuscito, tra le altre cose, a conquistare il Giro del Delfinato per la seconda volta in carriera e a ottenere una splendida vittoria di tappa alla Vuelta.

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